È arrivata la carta fedeltà bellica: in Ucraina la guerra premia come al supermercato
E poi: l'importanza di dichiararsi anti-sionisti, più bombe a Gaza che nella seconda guerra mondiale e la propaganda suprematista in Sudafrica.
Spero vi sia piaciuto il format della settimana scorsa, perché ho intenzione di mantenerlo così per i prossimi episodi. Ecco quindi una rassegna stampa delle notizie che mi hanno particolarmente colpito questa settimana. Buona lettura!
Il governo ucraino ha lanciato Brave1, una piattaforma online ispirata ad Amazon ma pensata per l’esercito: le unità militari possono accumulare punti in base agli obiettivi distrutti — come droni, soldati o carri armati — e scambiarli con equipaggiamento bellico, tra cui droni da combattimento di ultima generazione.
Ogni obiettivo ha un valore specifico. Un carro armato, ad esempio, vale 60 punti; un soldato russo 6. Per ottenere i crediti, le unità devono caricare le riprese dei droni su Delta, un sistema di comunicazione militare ucraino. Solo dopo la verifica, i punti vengono accreditati.
Tra gli strumenti acquistabili con i punti figura il drone Vampire, soprannominato Baba Yaga — la strega del folclore slavo — un multirotore in grado di trasportare una testata da 15 chili. Il suo “prezzo” è di 43 punti. Il governo si farà carico dei costi e delle consegne, garantendo che i droni raggiungano la prima linea entro una settimana.
“In breve: distruggi, guadagni punti, compri un drone”, ha dichiarato il ministro della trasformazione digitale Mykhailo Fedorov.
Fonte: https://market.brave1.gov.ua/ (e grazie a Tommaso per la segnalazione!)
Più bombe su Gaza che nella seconda guerra mondiale
Perché è importante essere anti-sionisti. Da Karem Rohani (video lungo ma da guardare assolutamente per intero! ed è il caso di dirlo: certi contenuti li si vede solamente grazie ai social e da attivisti che non fanno i giornalisti di professione).
Grazie al video di Karem, ho riscoperto un breve podcast del mio amico Giorgio Trinchero che già parlava di 7 ottobre 2023 come esito del colonialismo europeo, subito all’indomani di quei tragici fatti. Bravo Giorgio. Il podcast si chiama “Baby Kafka”, la puntata si chiama “La civiltà è genocida” e la trovate qui.
Stiamo sul tema. L’esercito israeliano ha sganciato su Gaza più bombe di tutte quelle cadute su Londra, Amburgo e Dresda durante la seconda guerra mondiale. L’editoriale di Giovanni De Mauro su Internazionale.
Intanto, gli israeliani non potranno più andare in vacanza alle Maldive: il governo delle isole asiatiche ha ufficialmente vietato l'ingresso nel Paese ai cittadini israeliani, modificando la legge sull'immigrazione come forma di protesta contro le azioni militari di Israele nella Striscia di Gaza, considerate “atrocità” e “atti di genocidio”. La decisione, ratificata dal presidente Mohamed Muizzu e approvata dal parlamento, riflette la solidarietà della popolazione a maggioranza musulmana con il popolo palestinese, per il quale è stata anche avviata una campagna di raccolta fondi. Il divieto non si applica ai cittadini israeliani in possesso di un secondo passaporto di un altro Paese.
Un’iniziativa che si inserisce in un più vasto quadro globale di azioni di boicottaggio. Qui una mappa per conoscerli tutti: https://www.thepipd.com/resources/accountability-map/
Infine, nel documentario The Settlers della BBC, il giornalista anglo-statunitense Louis Theroux indaga il movimento dei coloni israeliani in Cisgiordania, visitando gli insediamenti illegali, intervistando figure chiave come Daniella Weiss – considerata la madrina del progetto coloniale – e confrontandosi con esperti israeliani e palestinesi sull’espansione delle colonie.
Le armi entrano nella finanza verde
L’ufficio stampa di Banca Etica mi ha girato questo interessante comunicato stampa. Lo riassumo:
Il consorzio europeo Euronext – che riunisce le Borse di Milano, Parigi, Amsterdam, Dublino, Bruxelles, Lisbona e Oslo – ha annunciato una serie di iniziative pensate per attrarre investimenti nel settore degli armamenti, della cybersicurezza e dell’aerospazio. Dietro l’apparente modernizzazione dei listini si cela un’operazione ideologica ben più profonda: il tentativo di “ripulire” l’immagine delle industrie belliche attraverso strumenti finanziari e linguaggi mutuati dalla finanza sostenibile.
Euronext lancerà infatti tre nuovi indici che reinterpretano l’acronimo ESG – storicamente legato a criteri ambientali, sociali e di governance – trasformandolo in un manifesto per l’“Energia, Sicurezza e Geostrategia”. Una forzatura che svuota di senso il concetto stesso di finanza etica.
Il consorzio ha inoltre annunciato che, entro giugno, modificherà la metodologia dei suoi indici di sostenibilità, invitando le agenzie di rating ESG a restringere il concetto di “armi controverse” ai soli armamenti vietati da trattati internazionali, lasciando fuori tutte le altre categorie di armi potenzialmente letali ma formalmente “legali”.
Di una cosa simile ne avevo parlato ad aprile sulla testata Valori.it: https://valori.it/armi-finanza-sostenibile-rearm-europe/
Propaganda suprematista
Il 12 maggio, 49 sudafricani afrikaner sono arrivati a Washington con un volo pagato dagli Stati Uniti, accolti come rifugiati dall’amministrazione Trump. È l’esito concreto di una teoria complottista dell’estrema destra, secondo cui i bianchi in Sudafrica sarebbero vittime di un genocidio. Una narrazione amplificata da Donald Trump e da figure come Elon Musk, che hanno attaccato il governo sudafricano, in particolare una legge sulla riforma agraria che prevede, in certi casi, l’esproprio di terre senza compensazione. Questa misura è stata strumentalizzata come prova di discriminazione contro la minoranza bianca.
Il Guardian ha inoltre documentato un’anomalia nel chatbot Grok, sviluppato da xAI e disponibile su X (ex Twitter), secondo cui il presunto genocidio dei bianchi sarebbe reale e motivato da questioni razziali — un’affermazione attribuita alle istruzioni ricevute dai suoi programmatori. Volenti o nolenti, i passeggeri di quel volo hanno preso parte a una messinscena di supremazia bianca orchestrata dal presidente americano e dai suoi alleati. (fonte: La newsletter di Africa a cura di Francesca Sibani)
Il numero 43 di JournalisTips è stato chiuso alle 15.29 di venerdì 16 maggio ed è stato inviato a 95 contatti.
La scrittura di questa mia newsletter avviene abitualmente in modalità carbon-free, con il 100% di energia rinnovabile, in parte prodotta dai miei pannelli e in parte fornita da ènostra.